Didattica a distanza: gli effetti della “nuova” scuola

Academy

19 Aprile 2021

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Le ripetute chiusure delle scuole a causa della pandemia hanno costretto insegnanti e studenti di ogni età a cercare modalità alternative per impartire e seguire le lezioni: è nata così in modo sempre più strutturato la “didattica a distanza”o DAD. Il digitale ha rappresentato l’alternativa più immediata e (quasi) pronta all’uso, ma, questa volta, non senza un “prezzo”. Oggi, infatti, dopo più di un anno dall’inizio della pandemia, si cominciano a tirare le somme sulle conseguenze (in gran parte negative) inevitabili di un cambiamento così profondo. Le ricerche pubblicate in materia sono molto numerose ed evidenziano problematiche comuni legate alla DAD. Cerchiamo allora di saperne di più. Conoscere a fondo la situazione attuale è un  valido aiuto per affrontare le sfide future.

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Un anno di DAD

Lo scorso 8 marzo 2020 l’Italia entrava nel suo primo lockdown con la conseguente chiusura di tutti gli istituti scolastici e le università. Dopo un primo momento di assestamento al cambiamento repentino e di presa di coscienza della situazione, la scuola ha trovato un suo nuovo equilibrio grazie a una didattica erogata, appunto, a distanza, con il supporto degli strumenti digitali. Ma la soluzione, senz’altro ottimale per un momento di crisi improvvisa, si è rivelata non essere completamente adatta sul lungo periodo. Da uno studio condotto dall’Istituto di ricerca IARD in collaborazione con l’associazione “Laboratorio Adolescenza” emerge che tanto gli insegnanti quanto gli studenti sentono la mancanza della relazione umana e “in presenza”, aspetto che prevale anche sulla stessa paura del contagio. Il 64.3% degli studenti ha dichiarato che il primo desiderio da esaudire una volta “liberi” è quello di rivedere i propri amici. Il digitale non è in grado di portare quel “calore” che solo la presenza dal vivo può trasmettere. Questo era abbastanza prevedibile, ma è opportuno evidenziarlo.

Un altro aspetto problematico emerso dalla ricerca riguarda alcuni disturbi fisici ricorrenti negli intervistati di ogni età. Trascorrere, infatti, lunghi periodi di tempo davanti a uno schermo e soprattutto in modo ripetuto e costante, ogni giorno della settimana, ha causato un notevole incremento di episodi di emicrania, bruciore agli occhi, mal di schiena e fastidio alle orecchie causato da cuffie e auricolari. Un ruolo rilevante lo giocano anche  i numerosi disturbi di natura psicologica. Secondo le ultime indagini condotte dal centro studi del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, risalenti a gennaio 2021, i genitori dei ragazzi/e di età compresa tra i 3 e i 14 anni hanno rilevato che i propri figli sono molto più irritabili, hanno spesso sbalzi di umore, sono più tristi e hanno molta difficoltà a concentrarsi. Il fatto di non andare a scuola ha causato, quasi paradossalmente, un forte incremento di noia e stress negli studenti stessi. 

La didattica a distanza non è uguale per tutti 

Un altro risvolto negativo della nuova didattica a distanza è stato il fatto di aver accentuato ulteriormente le disuguaglianze sociali. Non tutti gli studenti, per esempio, hanno a disposizione un PC o un tablet da cui seguire le lezioni. Alcuni sono costretti a collegarsi dal proprio smartphone, ma lo schermo di questo dispositivo non è certamente adeguato per le applicazioni didattiche. Negli USA, secondo una ricerca di dicembre 2020 condotta dalla società di consulenza McKinsey & Co., il passaggio alla DAD ha “portato indietro in matematica gli studenti bianchi da uno a tre mesi mentre quelli di colore da tre a cinque”. Un simile dato evidenzia come le differenti disponibilità di mezzi, abbia influito ancora una volta negativamente e in modo pesante sul futuro delle nuove generazioni, creando disparità culturali ancora più complesse da colmare.

In conclusione

Alla luce dei dati, delle ricerche e del panorama così delineato è evidente che il digitale ha avuto, ed è destinato ad avere anche in futuro, un ruolo sempre più “da protagonista” nella vita degli studenti fin dai primi anni del percorso scolastico. Di conseguenza, un’attenzione al disagio, e ai rischi che la troppa presenza davanti a uno schermo può portare, dovrà costituire sempre di più materia di studio, nell’ottica di trovare soluzioni adeguate e preservare così la salute di tutti i coinvolti.  Infine è poi evidente che avvicinare bambini/e e ragazzi/e al contesto digitale è oggi una missione di primaria importanza. L’educazione e la formazione orientata a un corretto utilizzo del digitale permettono ai più giovani di “muoversi” in autonomia e con consapevolezza nel mondo online, acquisendo così conoscenze preziose e indispensabili per il proprio futuro formativo prima e lavorativo poi.


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