La Direttiva NIS (Network and Information Security) è un insieme di regolamenti sulla sicurezza informatica che nasce nel 2016 come proposta di legge UE e si è poi evoluta nella Direttiva NIS2, proposta nel 2022 e divenuta obbligatoria per tutti gli Stati membri dell’UE a ottobre 2024.I nostri partner di Smart Flow, esperti in privacy, sicurezza informatica, digitalizzazione e compliance, hanno affrontato con competenza e approfondimento il tema della Direttiva NIS2 nel loro ultimo articolo. In questo spazio, vogliamo sintetizzare i punti principali del loro lavoro, per spiegare in breve cosa implica la Direttiva NIS2, quali sono gli obblighi che introduce.
Con la prima NIS e ora con la direttiva NIS2, l’UE si propone di implementare un sistema che a livello continentale sia in grado di garantire elevati standard di sicurezza informatica, con misure unificate per monitorare e gestire al meglio tutti i sistemi digitali, instaurando anche un vero e proprio network europeo dedicato alla cybersecurity che prevede e incoraggia la trasparenza e la cooperazione tra i diversi stati membri dell’Unione.
Non solo, infatti, vengono previste policy condivise e best practice adottabili suggerite, ma le diverse nazioni sono inoltre tenute a segnalazioni e condivisioni di informazioni su eventuali incidenti informatici o attacchi, per poter dare vita a risposte tempestive e coordinate su tutto il territorio europeo a qualsiasi minaccia alla cybersecurity.
La Direttiva NIS2 si rivolge a tutte le aziende e i fornitori di servizi che sono parte del sistema nazionale, con una distinzione in tre fasce di interesse, dalle quali vengono generalmente escluse le piccole e le micro imprese:
La Direttiva NIS2 comprende molteplici punti specifici su regolamentazioni e obblighi, che si basano su:
Questo elenco, naturalmente, offre solo una panoramica generale. Per un’analisi approfondita vi rimandiamo nuovamente all’articolo di Smart Flow. È evidente, però, che la Direttiva NIS2 non si limita a migliorare l’approccio alla sicurezza informatica, ma punta a stabilire un nuovo standard europeo, più uniforme e conforme, per affrontare le sfide della cybersicurezza in modo coordinato su tutto il territorio dell’Unione Europea.
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