MPAI: Leonardo Chiariglione ci racconta di cosa si tratta e come i nuovi standard cambieranno il futuro del digitale

Innovazione

10 Novembre 2020

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Synesthesia è diventata principal member dell’MPAI (Moving Picture, Audio and Data Coding by Artificial Intelligence), la nuova organizzazione internazionale dedicata agli standard di compressione dei dati basati sull’intelligenza artificiale. Fondata recentemente a Ginevra a opera di Leonardo Chiariglione (noto per aver creato, insieme a Hiroshi Yasuda, MPEG, il gruppo internazionale di esperti che ha prodotto i noti standard audiovideo MPEG-1, MPEG-2 MPEG-4 MPEG-7 e la componente audio di MPEG-1 già nota come MP3), MPAI è intenzionata a definire nuovi standard con l’ausilio di esperti dell’industria, della scienza e del mondo accademico per abilitare futuri prodotti e servizi e migliorare l’esperienza dell’utente in molti contesti di vita quotidiana. Di questo e molto altro ci ha raccontato lo stesso Leonardo Chiariglione in questa video intervista.

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Storicamente la compressione dei  dati – video, audio – è stata uno dei fattori di successo per molte aziende che operano nel settore della tecnologia dell’informazione. Come stanno oggi le cose?

“La compressione di audio e video ha abilitato un business che si è espanso molto, ma le tecnologie tradizionali che sono state sfruttate al momento hanno rallentato il loro corso. La standard MPAI invece è entrato decisamente in una nuova era, applicando nuove tecnologie anche ad altri settori di mercato e permettendo loro di trarre nuovi benefici”.

MPAI intende sviluppare standard di codifica dei dati in una varietà di contesti di interesse pratico grazie all’impiego dell’Intelligenza Artificiale (AI). Puoi farci qualche esempio? A quali ambiti si può applicare questo strumento? Da quali esigenze nasce MPAI? 

“Applicare l’Intelligenza Artificiale alla compressione dei dati significa sfruttare meglio le loro  proprietà statistiche in modo da estrapolare informazioni aggiuntive e complementari.  Per esempio analizzare l’ingente mole dei dati finanziari che produce un’azienda (quelli di produzione, sull’andamento del mercato, del personale, ecc. che non sono statici ma cambiano nel corso del tempo) significa far emergere scenari che diversamente non sarebbe stato facile o addirittura possibile considerare prima. Attraverso l’impiego dell’AI si può approfondire come mai prima d’ora, perché il potenziale della compressione è vastissimo, anche per comprendere ulteriormente la stessa natura dei dati”.

Il Context-based Audio Enhancement (MPAI-CAE) è uno dei progetti che rappresenta una risposta alle necessità del settore? 

“Sì lo è. Il grande valore della standardizzazione è definire un campo aperto all’interno del quale tutti possano concorrere invece di confinare le competenze all’interno di cerchie ristrette, che non si influenzano e sono addirittura inutili perché ostacolano il progresso. L’innovazione porta benefici a chi crea prodotti o servizi e a chi ne fruisce solo se si stabilisce un corretto codice di comunicazione”. 

Synesthesia è diventata principal member di MPAI. A quali categorie afferiscono gli altri attori che fanno parte dell’organizzazione e che tipo di contributo ti aspetti da loro? 

“Synesthesia rappresenta un ottimo esempio del potenziale dirompente e positivo nella risoluzione di un problema per cui risulta essenziale attingere a nuove tecnologie di AI per migliorare l’esperienza non solo dell’utente ma anche del produttore. Circa il 40% dei soci di MPAI è costituito da università o centri di ricerca – settori in forte crescita, dalla smisurata quota innovativa in ballo, e che sono garanzia per lo sviluppo di standard sempre più potenti. L’altra componente dell’organizzazione è data dalla cosiddetta industria (operatori telefonici, broadcaster, costruttori, aziende specializzati nel ramo informatico), aziende che possono evitare di diventare sudditi di  grandi aziende potendo operare all’interno di un campo aperto con regole stabilite. L’ MPAI si pone come fattore fortemente abilitante, gettando le basi per un sistema di condivisione e cooperazione, e maggiori possibilità, specie per le PMI, di portare competenze all’interno dell’organizzazione”.

Numerosi esperti dell’industria, della scienza e del mondo accademico fanno già parte di MPAI o sono stati invitati a unirsi a essa per lo sviluppo di standard abilitati dall’Intelligenza Artificiale. Quanto è importante in questa partita fare rete e sfruttare la connessione con il mondo della ricerca per raggiungere gli obiettivi? 

É fondamentale interagire con professionisti in campi simili o complementari: MPAI facilita la collaborazione e l’interazione tra aziende. Mettere a patrimonio a livello sistemico le competenze dei vari attori consente l’accesso a soluzioni più potenti e maggiormente utilizzabili. Le innovazioni devono essere spinte da precise esigenze di business sulla base di requisiti funzionali alle necessità dello standard utilizzato. Quest’ultimo determina come un prodotto o servizio possa essere utilizzato, mentre l’accesso alla proprietà intellettuale è stabilito nella trattativa tra un’azienda e i detentori di brevetti”.

MPEG ha avuto un incredibile impatto a livello tecnologico: quali sono le sue previsioni sulla portata che potrebbe avere MPAI? 

“Sono senz’altro più ambiziose, perché non confinate ai sistemi audio e video; si parla infatti della sua applicazione a dati finanziari, al miglioramento della performance nelle multiuser gaming e una vastità che al momento non è ancora determinabile, e ha come driver l’AI. Le tecnologie tradizionali stanno perdendo l’impeto iniziale di 30 anni fa, non soltanto perché sono al loro margine di sviluppo ma per l’impossibilità pratica di ottenere tutti i brevetti necessari all’implementazione di uno standard. Questo è uno degli aspetti fondanti dell’MPAI per applicare l’AI a tutti i tipi di dati: quando si sviluppa uno standard gli utenti futuri devono avere chiari i termini di utilizzo dei brevetti che saranno necessari, anche se non il valore monetario per ragioni di antitrust. La portata quindi non è soltanto di natura tecnica, ma anche legale, nell’ambito di una licenza quadro, legata all’elaborazione di uno standard. Il risultato atteso è una garanzia assicurata a chi definisce la tecnologia in uno standard godendo delle relative royalties e a chi ne fruirà. Definire licenze quadro è il sistema per raggiungere tale obiettivo ed è la vera sfida che si pone MPAI”.

Auguriamo al team MPAI un grande successo per tutto quello che stanno progettando e realizzando. A Leonardo Chiariglione il nostro ringraziamento per averci raccontato l’iniziativa e per l’estrema simpatia e disponibilità.


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