Le 10 cose da sapere per realizzare un’app iOS

Mobile

21 Aprile 2020

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Molte applicazioni iOS per smartphone e tablet sono ormai entrate a far parte delle nostre vite diventando indispensabili strumenti di lavoro e di svago. Che cosa c’è dietro un app iOS di successo? Quali sono le 10 cose da sapere per realizzare una app iOS? Oggi il nostro Stefano Mondino (Mobile Tech leader presso Synesthesia) ci svelerà le 10 cose utili da sapere per realizzare una app iOS.

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  1. Serve un Mac – Per sviluppare un’app per iOS, serve necessariamente una macchina in grado di supportare macOS e Xcode (l’ambiente di sviluppo nativo per tutte le app Apple). Se non si hanno esigenze particolari, il MacMini (nella sua nuovissima edizione 2020) è il dispositivo con il miglior rapporto qualità/prezzo, perfetto per iniziare.
  2. Swift – Il linguaggio di programmazione da utilizzare per le app iOS è Swift, sviluppato da Apple a partire dal 2016 e in seguito reso open-source anche per piattaforma Linux (su cui si può usare per applicativi server-side, software in console e simili, ma non per app native). In alternativa a Swift, iOS continua a garantire il supporto a Objective-C, il linguaggio di programmazione “storico” usato da Apple per i propri framework di sistema e da tutti gli sviluppatori prima del 2016.
  3. Apple developer program – Per pubblicare le proprie app sull’App Store, è necessario registrarsi sul portale degli sviluppatori Apple tramite una sottoscrizione annuale di 99$. Se si intende distribuire applicazioni aziendali a stretto uso interno senza renderle pubbliche sull’app store, è possibile registrare un profilo enterprise al costo di 299$/anno, previa approvazione da parte di Apple tramite un questionario.
  4. Sign in with Apple – Da Aprile 2020, tutte le applicazioni dotate di un “social login” (autenticazione dell’utente tramite un social network come Facebook) dovranno obbligatoriamente supportare Apple Sign In, il sistema di autenticazione nativo integrato negli iPhone che garantisce maggiore privacy ai propri utenti. Le app dotate di solo accesso tramite email e password sono invece esenti da questo obbligo.
  5. App review – Prima di approdare sull’App Store, ogni applicazione deve superare la “review” da parte del team di Apple. Durante questa fase, viene controllato che il software rispetti i termini di utilizzo tramite test automatici e prove fisiche dell’app da parti di addetti al controllo qualità. In caso di problemi, il team di validazione comunica l’anomalia riscontrata e lo sviluppatore deve ri-sottomettere una nuova versione dell’app fino all’approvazione finale.
  6. Videogame e Arcade – Per sviluppare un videogioco, è possibile utilizzare i framework nativi SpriteKit e SceneKit (rispettivamente per 2D e 3D) o affidarsi a soluzioni cross-platform come Unity e Unreal Engine, perfettamente compatibili con iPhone, iPad, AppleTV e Mac. Apple, inoltre, seleziona e finanzia sviluppatori indipendenti e aziende che siano in grado di sviluppare videogiochi per la piattaforma Apple Arcade (con priorità a chi accetti di sviluppare in esclusiva per la piattaforma stessa).
  7. SwiftUI – Dal 2019 in avanti, è disponibile SwiftUI, un framework per realizzare interfacce grafiche native. SwiftUI permette l’anteprima in tempo reale dell’interfaccia in via di sviluppo (senza necessità di compilare e avviare l’app, risparmiando tempo) e permette di scrivere codice per componenti grafici indipendente dalla piattaforma finale: in altre parole, lo stesso blocco di codice, senza modifiche, può essere utilizzato dalle 4 piattaforme principali di Apple (iOS, watchOS, macOS e tvOS). Sarà il sistema operativo, una volta avviata l’app, a scegliere il componente di visualizzazione opportuno.
  8. Gestione display – La gestione della risoluzione video dell’app è completamente automatica e non deve essere tenuta in considerazione durante lo sviluppo. Apple ci ha abituati ai vari display Retina, Liquid Retina e Super Retina, ognuno abbinato a varie risoluzioni dello schermo tra i vari iPhone e iPad di varie dimensioni. Grazie al sistema di Autolayout per la creazione delle interfacce grafiche e la gestione multi-densità degli asset grafici (le immagini che si incorporano nelle app), lo sviluppatore non deve preoccuparsi delle varie differenze di schermo: ci pensa il sistema operativo.
  9. Playgrounds – Per iniziare a programmare con Swift, Xcode mette a disposizione i Playground, semplici “contenitori” costituiti da singolo file dove testare brevi istruzioni di codice visualizzandone il risultato in tempo reale. É anche possibile utilizzare l’app Swift Playgrounds direttamente su iPad per iniziare a prendere dimestichezza con Swift anche senza l’uso di un Mac.
  10. App webview-only – Le webview consistono in componenti nativi in grado di visualizzare al loro interno dei contenuti web (in HTML). Sebbene la tentazione di raggiungere l’AppStore (e relativi benefici in termini di visibilità sui motori di ricerca) sia condivisibile, è utile sapere che non è possibile pubblicare sullo store app che comprendano soltanto webview e contenuti già fruibili via browser senza evidenti distinzioni: il team di review ha precise istruzioni per rifiutarle tutte. Come regola generale, l’app deve aggiungere valore all’esperienza utente già presente online, utilizzando funzionalità del device che non sono disponibili su browser (bluetooth, localizzazione, notifiche push, ecc.) o comunque presentando un’interfaccia grafica nativa e fluida.

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